Mobilità sostenibile, nuovi scenari

La tecnologia è da sempre legata alla mobilità, con l’evoluzione nel mondo dei trasporti che per secoli ha visto gli esseri umani cercare di rendere gli spostamenti più veloci e comodi. Oggi, però, la mobility tech è principalmente rivolta a coniugare la libertà di movimento con il suo impatto sociale e ambientale. E pensando sia alla mobilità di persone o cose, sia a quella di breve o lungo raggio, urbano o extra-urbano sono diversi gli scenari tecnologici innovativi su cui puntare, ma non solo.

 

I nuovi paradigmi di mobilità, tra abitudini e tecnologie

La ‘mobilità sostenibile’ è un nuovo modello intelligente di trasporto per persone e merci che permetta di ridurre l’impatto ambientale, sociale ed economico e migliorare l’accessibilità, l’inclusione, la qualità del trasporto stesso. Il primo paradigma da affrontare non riguarda direttamente la mobility tech, quando piuttosto le abitudini quotidiane dei cittadini nella scelta dei trasporti. Negli ultimi anni, infatti, sono cresciuti servizi che permettono spostamenti comodi che strizzano l’occhio alla sostenibilità. Si parte, per esempio, dal concetto di car sharing, cioè la possibilità di utilizzare mezzi di trasporto non di proprietà, spesso elettrici, che limitano il numero di autovetture soprattutto nelle grandi città. A questa idea, poi, si lega un altro concetto di condivisione, quello del car pooling. In questo caso, invece, un privato mette a disposizione i posti liberi della propria vettura da condividere con altre persone che devono percorrere lo stesso tragitto, diminuendo in modo drastico il traffico e di conseguenza l’inquinamento.
Tecnologia e cambio di abitudini, poi, sono i protagonisti della crescita esponenziale della micromobilità, cioè l’utilizzo di mezzi alternativi per gli spostamenti più brevi, quelli all’interno dei contesti urbani. Si parla di scooter, skateboard, monopattini elettrici o biciclette a pedalata assistita, cioè quei mezzi di trasporto meno pesanti e ingombranti e potenzialmente meno inquinanti di quelli tradizionali. Anche in questo caso all’utilizzo privato si abbinano i modelli di business efficienti, funzionali e compatibili che stanno portando ormai da anni nelle grandi città dei servizi di sharing di microveicoli urbani, cui, però, va urgentemente abbinata una politica pubblica che incentivi l’aumento delle piste ciclabili e delle strade dedicate proprio alla micromobilità.

 

L’evoluzione dei veicoli a basso impatto ambientale

Passando a parlare più nello specifico di nuove tecnologie legate alla mobilità, le due realtà che stanno crescendo più velocemente sono sicuramente i veicoli elettrici e a idrogeno. Negli ultimi 20 anni sono nate Case automobilistiche “native elettriche”, ma anche quelle tradizionali hanno lentamente messo da parte le tradizionali resistenze a innovazioni tecnologiche sostenibili e stanno investendo importanti fondi sulla mobilità elettrica o a idrogeno. Nonostante ciò, sono ancora molti i limiti prima che la mobilità a basso impatto ambientale diventi maggioritaria e per farlo serve una più veloce transizione industriale per arrivare a una disponibilità di veicoli elettrici sia sempre maggiore e a costi competitivi.

Da un lato le Case automobilistiche hanno l’obbligo di ripensare i loro processi e definire dei modelli produttivi del tutto nuovi, con un cambio radicale del paradigma legato alle materie prime, che passano dai tradizionali combustibili a un’attenzione maggiore rivolta a quelle necessarie alla produzione di batterie, di motori elettrici e dell’elettronica. Dall’altro, invece, serve un coordinamento tra l’evoluzione tecnologica dei veicoli e le istituzioni pubbliche, sia locali sia nazionali, per ridisegnare le infrastrutture legate ai trasporti, con particolare attenzione ai parcheggi e alle aree di servizio che prevedano una presenza sempre maggiore delle colonnine di ricarica. A ciò si aggiunge, infine, la filiera dell’idrogeno, una realtà in rapida ascesa in quanto vettore flessibile a diverse tipologie di veicoli per la mobilità di merci e persone e che mostra concrete e interessanti prospettive, in particolare nel campo dei mezzi pesanti.

 

I due paradigmi per la mobilità aerea e su rotaie

Spostamenti più veloci e comodi, ma visti con la lente della transizione ecologica. I concetti più antichi e più moderni legati alla mobilità si uniscono quando si parla non solo di trasporto su ruote, ma anche per quello aereo e su rotaie. Nel primo caso parliamo da un lato con i veicoli per la mobilità urbana aerea basati sul concetto di VTOL, sigla che sta per vertical take off and landing (quindi decollo e atterraggio verticali), e che se è una tecnologia ancora lontana e futuribile, sarebbe una rivoluzione paradigmatica che modificherà in modo strutturale il modo in cui ci si muoverà nelle città, il tutto ovviamente legato sempre a un concetto di propulsione elettrica o ibrida consente. Per le lunghe distanze, invece, si lavora da tempo sulla creazione di aeroplani supersonici che siano in grado di tenere bassi i costi di gestione e l’impatto ambientale. Su rotaia, invece, il futuro prossimo porta il nome di Hyperloop, cioè il trasporto ad alta velocità di merci e passeggeri all’interno di tubi a bassa pressione in cui le capsule sono spinte da motori lineari a induzione e compressori d’aria. A oggi questo tipo di tecnologia non ha visto un’effettiva implementazione con tempistiche rapide, ma è probabile un’accelerazione a seguito della ricerca e dei prototipi che sono stati prodotti finora.

 

La mobilità del futuro è ricca di sfide, per affrontare le quali Assolombarda e Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi presentano la settima edizione di MCE 4×4 rivolgendosi al mondo delle startup italiane per innovare il settore. Fino al 3 luglio le startup potranno candidarsi alla call ‘Beyond Barriers – Oltre le barriere’ e partecipare alla selezione per essere protagoniste dell’evento in agenda il prossimo 6 ottobre.

 

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