MCE4x4

Fotografia della mobilità nazionale e delle tendenze in atto

mobilità nazionale

Secondo quanto ha dichiarato il Ministero delle Infrastrutture nel 2022, i trasporti generano un quarto delle emissioni di gas serra nazionali e più del 92% è attribuibile al trasporto su gomma, per passeggeri o merci; il settore assorbe il 68% della domanda nazionale di prodotti petroliferi, la cui produzione dipende per oltre il 95% da importazioni di greggio dall’estero.

Da un punto di vista economico, per centrare congiuntamente gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, di tutela del valore dell’industria automotive e di ottimizzazione del sistema trasporti, si sta sostenendo la transizione verso un modello di mobilità che passa da soluzioni di progressiva ibridizzazione, sino alla completa elettrificazione, o comunque totale indipendenza da motori che non siano a emissione zero. Ma non solo. La costruzione della mobilità del futuro passa attraverso normative nazionali e politiche urbane, a sostegno di una mobilità pubblica più efficiente, accessibile e inclusiva; e di quella condivisa, capace di ridurre l’impatto sull’ambiente e sul traffico (oltre che sulle tasche dei cittadini).

Come si spostano gli italiani

La maggior parte degli italiani, sia per brevi che per lunghe distanze, tende dunque ancora a preferire l’utilizzo dell’automobile, nonostante il parco auto nazionale abbia un’età media di 12 anni, cosa che le rende ancora più inquinanti, per emissioni e per consumi.

Per raggiungere una decarbonizzazione dei trasporti, è necessario integrare soluzioni e tecnologie per la mobilità a basse o zero emissioni, accelerando le necessarie conversioni dei settori strategici. Accanto allo sviluppo delle ciclabili e delle infrastrutture per una mobilità attiva in ambito urbano, agli investimenti per un trasporto pubblico più efficiente e moderno, alle politiche di limitazione del mezzo privato nei centri urbani, l’elettrificazione dei mezzi di trasporto rappresenta l’opzione migliore e più impattante per liberare le nostre città da smog e intasamento veicolare, favorendo un sistema di mobilità più sostenibile e accessibile a tutti.

Parco auto circolante e infrastrutture

Siamo un popolo di conservatori, o forse siamo più poveri. In Italia il 30% delle auto non supera ancora lo standard emissivo Euro 3; l’87,7% del totale è ad alimentazione tradizionale (benzina e gasolio). Le auto ibride e quelle elettriche, pur in forte crescita, rappresentano ancora quote minime. Nel 2021 quasi un terzo delle immatricolazioni hanno fatto parte della filiera elettrica – ibrida, le prime proiezioni del 2022 le vede raggiungere una quota superiore al 40%, rendendo l’ibrido la motorizzazione più venduta in assoluto nel Paese.

Tra gli ostacoli a una maggiore diffusione, la lentezza nell’adeguamento delle infrastrutture per i veicoli elettrici, la capillarità della rete di colonnine di ricarica elettrica nazionale resta ancora bassa rispetto ai maggiori Paesi europei, benché sia il secondo Paese con auto circolanti elettriche, secondo solo ai Paesi Bassi. La concentrazione delle colonnine riguarda le principali città del centro-nord.
Il trasporto pubblico locale (TPL) svolge un ruolo importante nell’offerta di servizi di mobilità ai cittadini, ma è caratterizzato da un ritardo strutturale nell’aggiornamento del parco mezzi, che causa una scarsa qualità del servizio per i passeggeri, impatti ambientali significativi e costi di gestione più elevati per gli operatori.
L’Italia è nota anche per il suo ritardo nella dotazione di reti ferroviarie urbane rispetto alla media dei principali paesi europei, con meno del 40% di metropolitane, meno del 50% di reti tranviarie e il 50% di quelle ferroviarie suburbane. Una spinta evolutiva viene dai vari piani di investimento nazionali cofinanziati dalle risorse comunitarie (PNRR; PON Metro, PON Infrastrutture e Reti, Fondo per lo Sviluppo e la Coesione).

Sharing mobility, una grande opportunità