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Mobilità accessibile e sostenibile, un binomio vincente

mobilità accessibile

La mobilità sostenibile non riguarda solo la riduzione delle emissioni di carbonio o l’adozione di mezzi di trasporto ecologici, ma include anche la creazione di un sistema di trasporto che sia accessibile, cioè fruibile, a tutti i cittadini del Paese, indipendentemente dalle loro abilità fisiche o cognitive, dalle loro condizioni economiche, di età, di genere o di altra natura, indipendentemente dal luogo in cui risiedono.
L’accessibilità è quindi un ‘termometro’ delle opportunità e delle restrizioni che le persone incontrano nel muoversi da un luogo all’altro, determinando la capacità di raggiungere destinazioni come luoghi di lavoro, scuole, parchi e altri punti di interesse.
Perciò essa è collegata ai diritti del cittadino ed è fondamentale per costruire città e territori veramente intelligenti. Non a caso, tra i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 molti sono direttamente collegati alla creazione di un sistema di trasporto efficiente, ecologico e accessibile, in particolare se ne occupa l’Obiettivo 11 – Sustainable cities and communities. In questo contesto, la mobilità accessibile, oltre a essere una questione di giustizia sociale, diventa un fattore cruciale per il raggiungimento di una crescita economica solidale, per il miglioramento della qualità della vita urbana e la resilienza dei territori.

In Italia, l’accessibilità dei trasporti è un tema da sempre centrale che ha visto in primo piano il problema del divario nord-sud e città-periferie nello sviluppo di infrastrutture. Dal Rapporto Pendolaria 2024 di Legambiente emerge in particolare una situazione problematica del trasporto ferroviario in Italia, con differenze significative tra Nord e Sud Italia e tra linee principali e secondarie.
Emergono dei segnali positivi, come l’incremento dei viaggiatori rispetto al 2019: +7% per i Frecciarossa, +10% per gli Intercity e +18% per il trasporto regionale. Prosegue pure il piano di elettrificazione di RFI, con 1.200 km di nuove linee previsti entro il 2026 e un investimento di oltre 2 miliardi di euro, ma persistono gravi problemi, soprattutto nel Sud e sulle linee secondarie. La qualità e frequenza dei treni regionali sono inferiori rispetto al resto d’Italia, con un’età media dei treni di oltre 18 anni (contro i 14,6 del Nord): ci sono poi ancora troppe linee ferroviarie chiuse da anni e senza progetti di riattivazione concreti.
Il rapporto sottolinea anche la necessità di riconvertire i trasporti in chiave di decarbonizzazione e riduzione delle emissioni (e azzeramento nel 2050, come previsto dal Green Deal). È perciò necessario un cambiamento di rotta, investendo in infrastrutture fondamentali, treni moderni, interconnessioni tra diversi mezzi di trasporto e mobilità dolce.

In Italia, i principali problemi di accessibilità nei trasporti sono riconducibili a:

  • Infrastrutture obsolete: molte stazioni ferroviarie e fermate degli autobus non sono adeguatamente attrezzate con ascensori, rampe o altre strutture che facilitano l’accesso alle persone con disabilità motorie.

  • Mezzi di trasporto non accessibili: alcuni autobus e treni non sono progettati per accogliere comodamente passeggeri con disabilità, mancando di spazi riservati, rampe o sistemi di annunci vocali e visivi.

  • Manutenzione inadeguata: ascensori e rampe spesso sono fuori servizio o non funzionano correttamente, limitando l’accessibilità delle persone con disabilità.

  • Mancanza di informazioni accessibili: le informazioni sui servizi di trasporto, come gli orari, le modifiche di percorso e lo stato dell’accessibilità delle stazioni, spesso non sono facilmente accessibili per le persone con disabilità visiva o udito.

  • Formazione del personale: non sempre il personale dei trasporti ha la formazione necessaria per assistere e supportare adeguatamente i passeggeri con disabilità durante i loro spostamenti.

  • Questi problemi pongono sfide significative per diverse categorie di persone, tra cui quelle con disabilità, limitando la loro mobilità e la possibilità di partecipare pienamente alla vita sociale, economica e culturale del paese.

Infrastrutture accessibili: un pilastro della mobilità sostenibile nella smart city

Dallo scorso gennaio, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si è insediato il Tavolo tecnico di lavoro volto a elaborare progettualità per migliorare la mobilità e l’accessibilità del sistema dei trasporti, che proprio a breve dovrebbe concludere i lavori. Tale iniziativa si inquadra nel piano di investimenti del PNRR che vede il MIT protagonista con un programma di 66 tra traguardi e obiettivi, di cui 56 relativi ad investimenti e 10 alle riforme, da raggiungere per il 2026 e un impegno di risorse che sfiora i 40 miliardi di euro.


Nelle città sostenibili, le infrastrutture accessibili svolgono un ruolo cruciale. Per moltissime persone l’unica opportunità per raggiungere il luogo di lavoro, scuole, ospedali, servizi, ecc., sono proprio i mezzi di trasporto pubblici. Per le persone con disabilità il trasporto pubblico accessibile è il minimo che si possa chiedere per garantire diritti del cittadino e la qualità di vita delle persone. La legge 104 del 1992 ha introdotto diverse facilitazioni per favorire la mobilità delle persone con disabilità (tipo parcheggi riservati o agevolazioni sui trasporti pubblici), ma a livello di infrastrutture, mezzi, servizi, non sono tanti i passi avanti fatti. I veicoli del trasporto pubblico devono essere dotati di rampe, spazi per sedie a rotelle e segnali visivi e acustici, garantendo così che tutti possano muoversi liberamente. Stazioni e fermate devono essere attrezzate con ascensori, scale mobili e segnaletica chiara, comprensibile anche per ipovedenti.
L’importanza di queste infrastrutture va oltre la semplice funzionalità: rappresentano un impegno concreto per l’inclusione sociale e l’equità. Inoltre, parcheggi riservati vicino alle entrate principali e marciapiedi con rampe e pavimentazione tattile permettono una fruizione equa dello spazio urbano.
In Italia si stimano circa 3,5 milioni di persone con disabilità a cui bisogna assicurare l’accessibilità dei trasporti, un numero in aumento anche a causa dell’invecchiamento della popolazione. L’impegno in questa direzione deve essere equamente distribuito tra Stato, amministrazioni locali e aziende private che gestiscono sistemi di trasporto.

Fonte: ScienceDirect

Accessibilità digitale, un dovere della nuova mobilità

Con l’avanzamento della tecnologia, l’accessibilità digitale è diventata una componente essenziale della mobilità sostenibile. Applicazioni mobili e siti web devono essere progettati con un design inclusivo, compatibile con lettori di schermo e caratteri ingranditi, per garantire che tutte le persone, indipendentemente dalle loro abilità, possano accedere facilmente alle informazioni sul trasporto pubblico.
Sistemi di pagamento contactless e biglietti elettronici sono strumenti fondamentali per rendere il viaggio più semplice e inclusivo. L’integrazione di chatbot e assistenti virtuali può offrire un supporto in tempo reale, mentre strumenti digitali per la pianificazione del viaggio possono aiutare a identificare percorsi accessibili, rispondendo alle necessità individuali.
Ma non solo: anche la segnaletica cittadina e stradale, sempre più affidata al digitale, deve essere realizzata rispettando un design accessibile e inclusivo.
In molte città europee si stanno già sperimentando tecnologie assistive e di realtà aumentata per migliorare l’accessibilità. In alcune stazioni metro europee, per esempio, sono stati installati sistemi di realtà aumentata che forniscono indicazioni visive chiare per aiutare le persone ipovedenti a orientarsi meglio negli spazi complessi delle stazioni.

Innovazione e buone pratiche: verso un futuro inclusivo

Attualmente, più di 80 milioni di europei vivono con disabilità a lungo termine , che possono riguardare problemi fisici, mentali, sensoriali o intellettuali. Questi cittadini sono spesso a rischio di esclusione sociale, ma garantire loro l’accesso a tutte le modalità di trasporto è fondamentale per proteggere i loro diritti alla mobilità. Questo accesso non solo facilita la loro partecipazione ai servizi essenziali come alloggio, lavoro, salute, istruzione e tempo libero, ma promuove anche la loro piena integrazione nella società.
Progetti pilota e normative sono essenziali per promuovere l’accessibilità e la sostenibilità nella mobilità urbana.
La strategia della Commissione europea per una mobilità sostenibile e intelligente, come delineato nel Green Deal europeo, oltre che lavorare sulla trasformazione verde e digitale del sistema dei trasporti dell’UE, si sta occupando anche di rendere i trasporti accessibili e convenienti in tutte le regioni e per tutti i cittadini europei.
Il progetto Cordis della UE ha evidenziato 11 progetti innovativi, che tracciano la strada in questa direzione. I progetti si sono occupati di temi quali la partecipazione delle donne al settore dei trasporti, sia come utenti che come lavoratrici; l’inclusività e l’accessibilità dei servizi di trasporto per le persone con vulnerabilità temporanee o permanenti, disabilità o mobilità ridotta; il modo in cui i nuovi stili di vita e valori o le preoccupazioni ambientali e climatiche plasmano il nostro sistema dei trasporti e portano a una nuova cultura della mobilità.
Qui download dell’opuscolo che ne parla ampiamente.

Esempio di pavimentazione tattile per non vedenti

Il ruolo della comunità: coinvolgimento e sensibilizzazione

l coinvolgimento della comunità è un elemento fondamentale per il successo di queste iniziative. Consultazioni pubbliche che includano le persone con disabilità nella progettazione delle infrastrutture e dei servizi digitali sono essenziali per garantire che le loro esigenze siano realmente considerate e soddisfatte. Meccanismi di feedback continuo permettono di migliorare costantemente i servizi offerti.
Programmi di formazione per il personale sui temi dell’accessibilità e dell’inclusività, insieme a campagne di sensibilizzazione, sono cruciali per aumentare la consapevolezza sull’importanza dell’accessibilità nella mobilità.

Diritto alla mobilità e conclusioni

Il diritto alla mobilità è riconosciuto nelle Costituzioni dei principali Paesi occidentali, così come nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (articolo II-105: «Ogni cittadino dell’Unione ha il diritto di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri. La libertà di circolazione e soggiorno può essere accordata, conformemente alla Costituzione, ai cittadini di paesi terzi che risiedono legalmente nel territorio di uno Stato membro») e nel diritto internazionale (articolo 13 della Dichiarazione universale dei diritti umani: «Ogni individuo ha il diritto alla libertà di movimento e di residenza»).

In ambito costituzionale italiano, è nello specifico l’articolo 16 ad affermare che ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza.

La correlazione tra diritti del cittadino, mobilità accessibile e mobilità sostenibile non è solo logica, ma necessaria. Un sistema di trasporto che sia veramente inclusivo non solo migliora la qualità della vita per le persone, ma è un principio base per società giuste, rendendo i territori più vivibili e sostenibili per tutti. Investire in infrastrutture accessibili e soluzioni digitali inclusive è un passo fondamentale verso un futuro urbano più equo e sostenibile.