Da alcuni anni il settore automobilistico sta vivendo una significativa trasformazione, guidata dai progressi tecnologici e da una crescente enfasi sulla mobilità sostenibile. Proprio l’incontro tra innovazione e sostenibilità sta aprendo la strada a cambiamenti rivoluzionari nel settore, orientando il futuro dei trasporti.
L’industria automobilistica sta infatti attraversando una notevole evoluzione, guidata dalla necessità di ridurre le emissioni di carbonio, minimizzare l’impatto ambientale e soddisfare rigorosi standard normativi.
La tendenza verso l’elettrico sembra ormai essere abbastanza chiara e confermata dai dati: un rapporto la IEA (International Energy Agency) evidenzia che nel 2023 sono state vendute quasi 14 milioni di auto elettriche nel mondo, oltre metà delle quali in Cina e circa il 25% in Europa. In cinque anni la percentuale è passata dal 2% al 18%. Però, anche se il trend è positivo, le vendite di auto elettriche in Italia nel primo trimestre del 2024 sono state di oltre il 20% inferiori rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La IEA ritiene che una migliore politica di incentivi possa invertire questo andamento.
I cambiamenti necessari per un nuovo mercato
Nel 2018 JP Morgan aveva previsto valori di crescita delle auto elettriche più ottimistici, ma tutto sommato in linea con gli attuali dati di mercato: una conferma che viene avvalorata dalle scelte produttive intraprese dai principali costruttori di veicoli nel mondo. In una recente ricerca, gli stessi analisti americani hanno messo in evidenza alcune innovazioni che guideranno il settore automotive nei prossimi anni:
– la crescita dei veicoli elettrici, che entro il 2030 supereranno quelli a combustione,
– l’ascesa delle vetture a guida autonoma e, quasi di conseguenza, – i miglioramenti nelle tecnologie legate alla sicurezza.
Un aspetto fondamentale dell’innovazione del settore è dato dall’adozione diffusa dei veicoli elettrici: questi stanno diventando più accessibili e pratici per l’utilizzo quotidiano. I crescenti investimenti nella ricerca si orientano anche sull’ambito delle batterie, per sviluppare soluzioni in grado di ottimizzarne l’uso: che, non va dimenticato, implica l’estrazione di minerali come litio, cobalto, nichel e manganese, con il conseguente impatto ambientale.
Altro ambito destinato a influenzare l’adozione delle auto elettriche è quello dei punti di ricarica: sarà necessaria una infrastruttura che a tendere dovrà avere la capillarità delle pompe di benzina, considerando anche la durata del tempo di ricarica e l’occupazione durante le ore di punta.
Per alimentare i veicoli c’è poi anche il tema di produrre energia da fonti rinnovabili, come il solare e l’idrogeno. Si tratta di una strada che richiede ancora molti approfondimenti e verifiche, ma la volontà di andare oltre i primi prototipi per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e dall’estrazione dei minerali di cui si parlava sopra, è proprio in linea con l’Agenda per una sostenibilità globale.
Infine, a dimostrazione di un mercato che sta progressivamente maturando, inizia a esserci la disponibilità di auto elettriche usate: le stime della IEA indicano che nel 2023 ci sono state quasi mezzo milione di auto di seconda mano disponibili nei principali paesi europei messi insieme.
L’integrazione di tecnologie intelligenti e delle funzionalità di connettività all’interno dei veicoli ha ridefinito l’esperienza di guida: soluzioni di Intelligenza Artificiale sembrano essere destinate a diventare sempre più pervasive. Sia in ambito del trasporto pubblico che personale sembra emergere una nuova mobilità, basata su sistemi di informazione e svago avanzati, fino alla comunicazione continua tra veicolo e infrastruttura.
Tale aspetto è fortemente legato allo sviluppo della tecnologia di guida autonoma, che rappresenta un punto di svolta nel settore automobilistico, anche per quanto riguarda l’accessibilità. Ad esempio, le persone con disabilità potranno utilizzare i robot-taxi a guida autonoma, che garantiranno loro maggiore libertà e indipendenza.
Gli investimenti in quest’ambito sono molto elevati, Tesla è stato il pioniere, seguito da Mercedes e da altri colossi del settore: i veicoli si stanno gradualmente evolvendo per offrire maggiore efficienza e comodità agli utenti, ma soprattutto sicurezza. Proprio quest’ultimo aspetto è destinato a crescere e diventare pervasivo, non solo nei mezzi di fascia alta. Si pensi a funzionalità come la frenata automatica d’emergenza, il controllo elettronico della stabilità, i sistemi di avviso di deviazione dalla corsia: JP Morgan prevede che il passaggio alla guida autonoma migliorerà la sicurezza stradale, riducendo o addirittura eliminando le collisioni derivanti da errori umani, un fattore che rappresenta il 97% degli incidenti.
La mobilità come servizio
Gli sviluppi innovativi non sono solo rappresentati dall’evoluzione della tecnologia, ma anche da importanti cambiamenti che impattano sui comportamenti stessi degli utenti. Ne è un esempio il progetto “Mobility as a Service for Italy” (MaaS4Italy), che integra vari servizi di trasporto pubblico e privato in un’unica piattaforma digitale. Finanziato dal PNRR, MaaS4Italy ha l’obiettivo di integrare diversi servizi di trasporto pubblico e privato attraverso un unico canale digitale, rendendo la mobilità più accessibile, sostenibile e intelligente.
Il progetto vuole facilitare la pianificazione, la prenotazione e il pagamento dei trasporti, migliorando l’accessibilità e la sostenibilità: un’unica applicazione permetterà ai cittadini di spostarsi combinando autobus, treni, car sharing, e in futuro, anche veicoli a guida autonoma. Le prime città pilota sono state Milano, Napoli e Roma, seguite da Bari, Firenze e Torino.
Proprio a Torino si è svolto a marzo un convegno dal titolo Innovazione in Movimento dove, in varie sessioni, si sono approfondite tematiche riguardanti in particolare la mobilità urbana: sharing mobility, digitalizzazione dei servizi e tecnologie di guida autonoma per il trasporto pubblico, promettono di trasformare radicalmente il modo in cui ci muoviamo, riducendo il traffico e l’inquinamento, aumentando nel contempo la sicurezza stradale.
Lo stesso Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, ha rimarcato come “le risorse del PNRR rappresentano una leva importante per la transizione ecologica e digitale”. Gli investimenti fatti nel capoluogo piemontese sono volti a ridurre le emissioni e a sviluppare fonti di energia rinnovabile e l’economia circolare: che vedono fra le azioni più immediate l’acquisto di 245 nuovi autobus elettrici.
Il settore automobilistico italiano nel 2024
È indubbio che l’anno in corso offre per l’Italia diverse sfide e opportunità: nonostante la partenza non buona, si prevede che le immatricolazioni di veicoli elettrici in Italia raggiungeranno il 20% del mercato totale nel 2024. Lo ipotizza Motus-E, l’associazione che rappresenta la filiera elettrica italiana, auspicando i vantaggi fiscali governativi, che possono dare concretezza all’immagine ecologica associata ai veicoli elettrici.
Il numero in continuo aumento di punti di ricarica pubblici nel territorio nazionale, oltre 54.000 a marzo 2024, riflette la crescita dell’infrastruttura per i veicoli elettrici. Considerando anche che una colonnina può avere fino a due prese per ricaricare l’auto, l’Italia ha una media di 23 punti di ricarica ogni 100 auto elettriche circolanti, superiore a quella di Francia, Germania e Regno Unito. Un primato che conserviamo sia considerando solo i punti di ricarica veloci (3,4 punti ogni 100 auto elettriche), sia il numero di punti di ricarica rispetto alla lunghezza totale della rete stradale (1 punto di ricarica ogni 5 km.
Le sfide da superare riguardano dunque i costi ancora elevati e l’autonomia limitata dei veicoli elettrici; senza tralasciare la necessità di competenze digitali nella forza lavoro del settore automobilistico.
È poi prevedibile che emergeranno nuovi modelli assicurativi, come il “pay-as-you-drive” e l’assicurazione “on-demand”, che riflettono l’importanza dell’assicurazione alla luce delle tecnologie e dei modelli di mobilità emergenti.
Il futuro della mobilità non si gioca dunque solo sul piano tecnologico, ma anche su quello sociale e normativo: una stretta collaborazione tra amministrazioni locali, governo e settore privato avrà quindi un ruolo cruciale. Città come Torino e Milano stanno affrontando sfide significative per implementare queste innovazioni, ma le opportunità offerte dal PNRR sono immense. L’obiettivo è una mobilità integrata, accessibile e sostenibile, capace di migliorare la qualità della vita dei cittadini e ridurre l’impatto ambientale.